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La chiave non gira nella toppa della vecchia porta della soffitta; da anni non viene aperta.
Prendo dell’olio e intingo l’estremità della chiave in un barattolo,la inzuppo come facevo nella tazza da bambino col pane nel latte tiepido.
Infilo di nuovo la chiave e sento che la serratura inizia a girare,un’altro giro e la porta con un cigolio degno di un film giallo si apre completamente.
Dal basso soffitto vecchie ragnatele pendono appesantite da anni di polvere.
Il pavimento in mattoni è ricoperto da un sostanzioso strato di polvere.
Giù in fondo,poggiato per terra,un grosso fagotto rettangolare avvolto in un telo di plastica;non so cosa nasconda...
Mi accosto,con circospezione,temo che qualche topo vi sia nascosto dietro.
Con cautela apro l’involucro, una nuvola di polvere si solleva, il raggio di luce che entra dalla porta e ne evidenzia un movimento verso l’alto;polvere di stelle della mia gioventù sono imprigionate in questo angusto spazio.... La vecchia radio Magnadyne a cinque valvole,era lì,con quattro manopole e l’occhio magico;ultima innovazione tecnologica, sul vetro, le stazioni trasmittenti stampate in rosso e verde, un mistero nella mia mente di fanciullo.
Mio padre l’aveva comprata nel 1940, per ascoltare il giornale radio delle ore tredici e ripetuto alle venti,ma anche per udire Radio Londra dove Mario Appelius,confutava le notizie di regime.
I messaggi cifrati per i partigiani. 

Dante Fantini  

il 03/09/2008

Pubblicato in Ricordi