UNA ROIESE IN AFRICA, 1951

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57 anni fa nel mese di ottobre presi l'aereo della K.L.M. da Roma per un viaggio che doveva condurmi all'estrema punta dell'Africa, e precisamente nella città dell'oro "Johannesburg". Avevo 21 anni e per la prima volta provai l'emozione di un volo che doveva condurmi da mio marito che lavorava al Carlton Hotel di quella città.La cosa inusuale per quei tempi era sposarsi per procura , cosa che feci senza esitazione ,presa dall'entusiasmo di raggiungere al piu' presto l'uomo che amavo; l'alternativa era un viaggio via mare che avrebbe impiegato 21 giorni;troppi. Cosa importante ,con me e con le stesse esigenze , viaggiava la mia amica Marcella anche lei per raggiungere suo marito Ugo. Il viaggio con il quadrimotore ad elica doveva impiegarci 12 ore; un imprevvisto guasto tecnico al velivolo, ci costrinse ad un atterraggio di emergenza a Brazzaville nel Congo Brazzaville a quei tempi era poco piu' di un grosso villaggio;ci ospitarono per la cena e il pernottamento in un albergo poco distante dall'aereoporto ,nel bel mezzo della jungla, un albergo ad un solo piano , dove si percepiva la presenza di animali selvatici,dal barrito di elefanti,ai guaiti lamentosi di altri animali. Inutile dire che eravamo spaventate trovandoci per la prima volta sole in una situazione imprevista e così distante dall'Italia e dalla nostra mèta. Impossibile comunicare per telefono con i nostri mariti per il ritardo dell'apparecchio, e non sapendo quando saremmo potute arrivare a JHB . La compagnia aerea fu molto efficiente in questo caso ,oltre la sistemazione alberghiera ,col pullman ci condussero nella giungla a vedere un ponte africano sospeso su una voragine dove scorreva un fiume e si potevano scorgere gli ippopotami al pascolo. Io.coraggiosamente mi rifiutai di attraversare questo traballante ponte e rimasi sulla sponda di questo dirupo, la mia amica Marcella , invano mi incoraggiò ad attraversarlo. A cena, ci servirono un buon pasto , che io e Marcella non assaporammo come meritava ; eravamo preoccupate per la sistemazione della camera da letto che ci avevano assegnato , situata al pianoterra. A fine cena ,con il mio stentato inglese ,chiesi alla signora che aveva pranzato al tavolo accanto al nostro,"could you please ,come to sleep with us tonight?" Naturalmente ,il mio inglese non mi consentiva di spiegare che la nostra richiesta era dovuta al timore ,di dover affrontare la notte in quella stanza al pianoterra dove gli animali della giungla erano poco distanti da noi .La risposta di questa signora ,molto probabilmente sudafricana,fu un netto diniego. Un'altra signora ,svedese, che aveva ascoltato la nostra richiesta ,si offrì di farci compagnia,avendo intuito i nostri timori ,considerando la nostra giovane età e intuendo i nostri timori. Il giorno successivo,prima di imbarcarci ,ringraziammo la gentile signora svedese con una stretta di mano e un sorriso dal quale traspariva tutta la nostra felicità;dopo quattro ore di volo,l'aereo inizio' la discesa sul vecchio aeroporto di Johannesburg , Palmifontain.Le colline di sabbia aurifera,risplendevano al sole;era il benvenuto che la città ci inviava,e,Marcella Campedelli e Italia Fornari,incosapevolmente risposero con un sorriso giovanile pieno di fiducia verso il nuovo paese che ci accoglieva. Questo racconto ,è come se fosse stato scritto a quattro mani; le emozioni,i timori,la gioia che abbiamo condiviso le abbiamo rivissute innumerevoli volte,in oltre mezzo secolo di affettuosa amicizia. Paolo,Claudio,Fabio e Daniela,sono stati i frutti di quel matrimonio celebrato per procura e concretizzatosi in quattro bravi "uagliune". E' tutto per questa volta; un saluto a tutti i miei conoscenti da Italia Fornari Questo semplice racconto è stato possibile scriverlo grazie ad Ugo di Cicco, Dante Fantini, Marcella Campedelli ed Italia Fornari!.

Italia Fornari 

il 03/02/2008

Letto 10159 volte Ultima modifica il Mercoledì, 17 Aprile 2019 12:51
Super User

Ciao, sono NIcolino Cese e mi occupo della manutenzione di questo sito.

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