L’unione con Cristo, il Figlio, l’Amato, suscita un nuovo rapporto fra l’uomo e il creato, caratterizzato non piĂ¹ dall’antagonismo e dal dominio, come quello prodotto dal peccato, ma dal rispetto e dall’accoglienza verso tutto ciĂ² che esiste. (..)
Chi segue GesĂ¹ impara da Lui a rispettare i gigli del campo e a vivere in comunione con tutto ciĂ² che esiste.
(Mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti)
Il presepe di quest’anno è dedicato alla questione del rispetto della natura e dell’ambiente in cui viviamo: la fede cristiana, nel ricevere l’amore da Dio e nell’esprimere e il lasciarsi ispirare da tale amore, coinvolge non solo il rapporto con le altre persone ma anche il mondo in cui si vive.
L’importanza dell’educazione a questo è sottolineata dalla scuola come luogo dove si inizia ad insegnare sia il rispetto degli altri, sia del luogo fisico in cui si vive.
L’albero sotto il quale nasce GesĂ¹ rappresenta non solo la vita col suo felice rigoglio, ma sta a significare anche l’adombramento della croce (l’albero della croce) che si staglia fin dall’inizio della esistenza del Cristo. Così da una parte vi è il peccato che a livello di ambiente è rappresentato dal degrado della spazzatura; e dall’altra vi è l’amore come dono di sĂ© che ispira alla costruzione di un mondo pulito: a livello fisico e a livello morale.


















